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Haytham, un adolescente dalla Siria alla Francia

Di Anna Di Sapio

«Quello che mi piaceva, da piccolo, era arrampicarmi sui limoni del giardino …

Piantare cipolle tra le radici degli aranci…

E mangiare mandarini sotto gli alberi.

Avevo 4 anni quando Hafiz al-Assad è morto.»

Inizia così il racconto di Haytham al-Aswad, che vive con la sua famiglia a Dar’a nel sud della Siria.

Dar’a, vicina alla frontiera con la Giordania, non distante dal confine con Israele, una città un po’ sonnolenta, roccaforte degli Assad, nel marzo 2011 assiste all’arresto di una ventina di bambini rei di aver scritto sui muri slogan antiregime. La violenza e l’accanimento della polizia nei riguardi di questi minori, “irrispettosi” ma non certo criminali, fa esplodere la città che diventa “la culla della rivoluzione siriana”.

Haytham, quindici anni, appassionato giocatore di scacchi, partecipa alle agitazioni della sua scuola, ma soprattutto  si unisce  alle manifestazioni di piazza, che regalano uno straordinario senso di euforia e di libertà in un Paese fino ad allora congelato, bloccato dalla repressione. A scuola gli studenti devono seguire corsi di educazione civica in cui occorre imparare a memoria il “verbo” di Hafez e Bachar al Assad.

Partecipa alle manifestazioni anche Ayman, padre di Haytham, professore di matematica, che ha perso la cattedra perché militante della sinistra laica. Negli scontri con le forze di sicurezza si contano i primi morti.

La famiglia al-Aswad non tarda a diventare il bersaglio della polizia politica, per cui Ayman è costretto a rifugiarsi in Giordania per poi approdare in Francia dove ottiene asilo politico. Nel gennaio 2012 lo raggiungono la moglie, e i due figli, Haytham e Mussah che in Francia potrà farsi crescere i capelli cosa proibita in Siria. Finalmente tutti possono assaporare la libertà.

Haytham è il primo della famiglia a imparare il francese per cui viene ammesso al liceo Honoré de Balzac. In classe conosce Suzanne figlia di una giornalista dell’Agence France Presse, che viene colpita dalla storia del ragazzo siriano, e scrive un articolo che cattura l’attenzione di Nicolas Hénin, giornalista specializzato sulla Siria (dove ha trascorso lunghi mesi di prigionia nelle carceri dello Stato islamico)  che cerca con ogni mezzo di parlare di questo Paese che sta per implodere e nel quale non può più mettere piede.

L’idea di fare un fumetto deriva da vari fattori: la convinzione che un fumetto raggiunga più lettori, anche quelli che non sono soliti leggere i quotidiani;  la storia è raccontata dal punto di vista di un adolescente; si è ormai nel 2005, Haytham è ben inserito nella società francese, ha superato l’esame di maturità, si accinge a intraprendere studi scientifici all’università, non perde però occasione di far conoscere la situazione della sua Siria.

Una storia drammatica, commovente senza cadere nel sentimentalismo, con una conclusione più felice di quella di migliaia di altri piccoli siriani e delle loro famiglie, che non sono riusciti a partire oppure si trovano bloccati in Turchia o su un’isola greca, che non hanno quindi trovato la serenità alla fine del loro cammino. Di questo Haytham è perfettamente consapevole.

Nicolas Hénin scrive quindi i dialoghi e a realizzare i disegni ci pensa Kyungeun Park già famoso per Yallah bye, un affresco della guerra tra Israele e Hezbollah, che ha devastato il Libano nel 2006, un disegnatore molto attento ai dettagli.

Il fumetto si chiude con le parole di Haytham così come era iniziato:

Devo un immenso ringraziamento a tutti coloro che mi hanno aiutato, senza di loro non ce l’avrei mai fatta.

E ringrazio anche la Francia per essere stata così generosa con me e con la mia famiglia. Certo, ci ho messo del mio. Non sempre è stato facile e ho dovuto lottare. Sono fiero di essere venuto in questo paese.”

Haytham è troppo preso dalla sua voglia di riuscita per soffermarsi sugli episodi di razzismo di cui è stato vittima o sulla deplorevole accoglienza degli impiegati della pubblica amministrazione, preferisce mettere in risalto l’aiuto ricevuto da molti francesi, la loro solidarietà, mostrando una maturità superiore alla sua età.

Una bella storia, oltre che storia vera, la cui originalità sta anche nella volontà di far conoscere,  attraverso la storia della famiglia al-Aswad, la guerra civile in Siria con tutte le conseguenze per la popolazione.

Il titolo italiano Haitham crescere in Siria, mi sembra meno incisivo del titolo francese Haytham une jeunesse syrienne, avrei preferito Haytham un’adolescenza siriana.

Nicolas Hénin e Kyugeun Park, Haytham, crescere in Siria, traduzione di Marco Cedric Farinelli, A. Mondadori Comics, Milano 2017,pp. 80, 12,99 €

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8 luglio 2021